giovedì 26 aprile 2007
Gega, messaggio al narratore
Non mi sono mai soffermata a pensare alla realtà che mi stava intorno. Penso che mi sia fatta trasportare un po' troppo.
Ho letto il messaggio di Rutto, ma non sono daccordo con lui. Spero solo che non abbia sofferto per colpa mia.
Io, al contrario di voi, non ho fatto tutto quello che ho fatto per una semplice logica di sopravvivenza.
Io non volevo soltanto vivere, volevo stravivere!
A pensarci ora, la vita non mi è mai piaciuta, nè prima, nè dopo quello che ci ha travolto.
mercoledì 25 aprile 2007
Rutto, messaggio al narratore.
Però... Chi se lo aspettava che le nostre vite prendessero una piega del genere?
Ricordo che quando lavoravamo insieme, di notte in quel call center, le cose erano ben diverse. Avevamo degli obiettivi...
Non ricordo di aver mai parlato dei miei sogni con te, perchè quelli che poi sarebbero diventati solo sogni e illusioni, a quel tempo erano vita reale, sudore, amore, cose, pensieri odori e colori, vivi e concreti.
Stavo solo lavorando per far andare avanti la mia vita, questo non mi sembra poi un grande sogno, piuttosto sembra un normale istinto alla sopravvivenza.
All'improvviso poi sono finete le scelte, sono sparite le occasioni e la via da prendere è diventata una e una sola. Noi non abbiamo fatto altro che imboccarla, il resto è venuto da sè!
domenica 22 aprile 2007
Barstardo
a quelli senza coda e
a quelli con mezza coda.
Di tanto in tanto stringevo nelle mani il mio fucile di precisione e guardando il mare immaginavo di essere un pirata.
Ma potevo mai immaginare di essere un pirata mentre Alex e Mela non facevano altro che correre avanti e indietro per la scogliera, mezzi nudi, con due foglie di fico attaccate al culo, gridando: «Io sono Adamo» e «Io sono Eva»?
Gega prendeva il sole sdraiata sugli scogli, persa in chi sa quali pensieri. Il Bassetto oramai ce lo eravamo giocato e Rutto invece?
Chi sa che fine aveva fatto Rutto! Forse aveva trovato fortuna tra le rovine di quel paese dove l’avevano mandato, o forse la guerra se lo era portato via.
Io rimanevo sdraiato tra l’erba soffice di quel promontorio, travolto dal sole e dai cattivi pensieri. Non vedevo l’ora che quella situazione si sbloccasse, ma nello stesso tempo temevo che con la fine di quell’attesa arrivasse la fine di tutto.