domenica 22 aprile 2007

Barstardo

…a quelli con la coda,
a quelli senza coda e
a quelli con mezza coda.


Di tanto in tanto stringevo nelle mani il mio fucile di precisione e guardando il mare immaginavo di essere un pirata.
Ma potevo mai immaginare di essere un pirata mentre Alex e Mela non facevano altro che correre avanti e indietro per la scogliera, mezzi nudi, con due foglie di fico attaccate al culo, gridando: «Io sono Adamo» e «Io sono Eva»?
Gega prendeva il sole sdraiata sugli scogli, persa in chi sa quali pensieri. Il Bassetto oramai ce lo eravamo giocato e Rutto invece?
Chi sa che fine aveva fatto Rutto! Forse aveva trovato fortuna tra le rovine di quel paese dove l’avevano mandato, o forse la guerra se lo era portato via.
Io rimanevo sdraiato tra l’erba soffice di quel promontorio, travolto dal sole e dai cattivi pensieri. Non vedevo l’ora che quella situazione si sbloccasse, ma nello stesso tempo temevo che con la fine di quell’attesa arrivasse la fine di tutto.



4 commenti:

Unknown ha detto...

i miei complimenti più sinceri per il tuo coinvlogente "romanzo di vita"...!
mi ha colpito molto Y-lo per la sua capacità d'amare in modo così fantasioso!
in bocca al lupo ;-)
Marica

ludovica ha detto...

so che è un pensiero stupido, ma quando sono arrivata alla parola fine,ho lasciato tutto il mio mondo in quelle pagine

Valerio Lucarelli ha detto...

Racconto lungo o romanzo breve che dir si voglia, "Barstardo" coglie nel segno. Una scrittura fluida ci permette di entrare in siontonia con i personaggi che lo animano. Complimenti a Paolo Razzini.
Un'unico rimpianto: si è fatto davvero il possibile per pubblicare "Barstardo"? Credo lo meritasse...

puzzi ha detto...

bello il tuo blog....
davvero carino...
visita il mio http://s8.gladiatus.it/game/c.php?uid=23043